Bulimia

Psicologia Clinica - Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione - Bulimia

Bulimia

La Bulimia significa letteralmente fame da bue e risulta caratterizzata dalla presenza di episodi ricorrenti di abbuffate di cibo associate a modalità inappropriate per impedire l’aumento di peso. Le pazienti affette da bulimie sono solitamente giovani donne normalmente in condizione di normopeso o sovrappeso preoccupate del problema alimentare e allarmate dall’incapacità di controllare l’abbuffata di cibo che le lascia cariche di vergogna e di sensi di colpa. La quantità di cibo ingerita è elevata e si tratta in genere di alimenti ad elevato contenuto calorico,  ricchi di carboidrati e grassi. L’ingestione avviene generalmente in solitudine ed è caotica, vorace e compulsiva. Nella forma più tipica le abbuffate avvengono più volte alla settimana e in situazioni di maggiore gravità anche più volte nella giornata. Gli episodi critici sono  preceduti da uno stato di eccitamento che finalizza il comportamento alla ricerca del cibo e si accompagnano a perdita di controllo ad un restringimento della coscienza. La sensazione successiva è di momentaneo sollievo a cui segue uno stato di prostrazione con depressione del  tono dell’umore, senso di fallimento e di rabbia e di un’intensa preoccupazione per l’aumento di peso. Tra i comportamenti compensatori prevalgono il vomito spesso autoindotto e a volte spontaneo prodotto da sovradistensione gastrica. Altri comportamenti compensatori sono i digiuni, le restrizioni dietetiche episodiche o continuative, uso di farmaci anoressizzanti. Più raro l’abuso di lassativi e l’iperattività.  Il disturbo in adolescenza si manifesta dopo eventi stressanti come fallimenti scolastici, problemi sentimentali, difficoltà interpersonali e commenti sull’aspetto fisico. In altre fasce di età in genere sono perdite, lutti sradicamenti e separazioni, gli eventi scatenanti. Le pazienti affette da bulimia si presentano ansiose, spesso irritabili, presentano scoppi di ira e aggressività e a volte sono presenti gesti autolesivi per allentare la tensione. Applico specifiche terapie cognitive e comportamentali, psicoeducazione e altre tecniche per un miglioramento sintomatologico e per migliorare la qualità della propria vita.

Riferimenti Bibliografici:

Perdighe C., Gragnani A.,Psicoterapia cognitiva comprendere e curare i disturbi mentali Raffaello Cortina Editore,(2021)

Biondi M., Carpiniello B.,  Muscettola G.,Placidi G., Rossi A, Scarone S, Manuale di Psichiatria, Edra,(2009)

Giberti-Rossi, Manuale di psichiatria,Piccin,(2009)

Ann M. Kring, Gerald C. Davison, John M. Neale,Sheri L. Johnson, Psicologia Clinica,Zanichelli,(1989)

H. Bruch, Patologia del comportamento alimentare, 1977

Selvini Palazzoli M., L’anoressia Mentale, Feltrinelli, 1963

L. Onnis, Il Tempo Sospeso anoressia e bulimia tra individuo, famiglia e società, Francoangeli srl, 2004,2014.

DSM 5 Manuale Statistico e Diagnostico dei Disturbi Mentali

 

Sitografia:

https://www.istitutobeck.com

https://apc.it

https://www.stateofmind.it

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