La Bulimia significa letteralmente fame da bue e risulta caratterizzata dalla presenza di episodi ricorrenti di abbuffate di cibo associate a modalità inappropriate per impedire l’aumento di peso. Le pazienti affette da bulimie sono solitamente giovani donne normalmente in condizione di normopeso o sovrappeso preoccupate del problema alimentare e allarmate dall’incapacità di controllare l’abbuffata di cibo che le lascia cariche di vergogna e di sensi di colpa. La quantità di cibo ingerita è elevata e si tratta in genere di alimenti ad elevato contenuto calorico, ricchi di carboidrati e grassi. L’ingestione avviene generalmente in solitudine ed è caotica, vorace e compulsiva. Nella forma più tipica le abbuffate avvengono più volte alla settimana e in situazioni di maggiore gravità anche più volte nella giornata. Gli episodi critici sono preceduti da uno stato di eccitamento che finalizza il comportamento alla ricerca del cibo e si accompagnano a perdita di controllo ad un restringimento della coscienza. La sensazione successiva è di momentaneo sollievo a cui segue uno stato di prostrazione con depressione del tono dell’umore, senso di fallimento e di rabbia e di un’intensa preoccupazione per l’aumento di peso. Tra i comportamenti compensatori prevalgono il vomito spesso autoindotto e a volte spontaneo prodotto da sovradistensione gastrica. Altri comportamenti compensatori sono i digiuni, le restrizioni dietetiche episodiche o continuative, uso di farmaci anoressizzanti. Più raro l’abuso di lassativi e l’iperattività. Il disturbo in adolescenza si manifesta dopo eventi stressanti come fallimenti scolastici, problemi sentimentali, difficoltà interpersonali e commenti sull’aspetto fisico. In altre fasce di età in genere sono perdite, lutti sradicamenti e separazioni, gli eventi scatenanti. Le pazienti affette da bulimia si presentano ansiose, spesso irritabili, presentano scoppi di ira e aggressività e a volte sono presenti gesti autolesivi per allentare la tensione. Applico specifiche terapie cognitive e comportamentali, psicoeducazione e altre tecniche per un miglioramento sintomatologico e per migliorare la qualità della propria vita.
Riferimenti Bibliografici:
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Sitografia:
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